giovedì 19 maggio 2022

“Radici a metà”, la storia di 30 anni d’immigrazione romena in Italia alla Camera dei Deputati


 Pomeriggio proficuo oggi alla Camera dei Deputati, dove abbiamo presentato il nostro volume “Radici a metà - 30 anni di immigrazione romena in Italia”, grazie all’invito dell’on. Maria Teresa Baldini, deputata della Repubblica.


Con grande onore abbiamo accolto la presenza di Monsignor Siluan, vescovo della Chiesa Ortodossa Romena. Le parole di apprezzamento verso il nostro studio  ci hanno fatto sentire appagati. Significa vedere che il nostro lavoro da’ i suoi frutti e trova terreno fertile per riflessioni profonde. 



Abbiamo visto l’interesse da parte delle istituzioni, romene e italiane. Toccanti le parole dell’On. Baldini, che ha ricordato il lavoro delle tante donne romene che si prendono cura delle persone anziane e delle famiglie italiane. Un lavoro che va valorizzato, in un ambito che necessita una formazione adeguata, con conseguente riconoscimento nella società.

Un saluto istituzionale è stato portato dalla dottoressa Raluca Eclemea, vice capo missione dell’Ambasciata di Romania in Italia. Lei ha ricordato di come, negli ultimi mesi di guerra ai confini dell’Unione Europea, la Romania è diventata terra di accoglienza per oltre un milione migranti, di rifugiati in fuga dall’Ucraina. 


Con un approccio sociologico, Paolo de Nardis, presidente dell’Istituto San Pio V ha raccontato il momento in cui l‘Italia, negli anni ’80, si è scoperta, un po’ all’improvviso, un paese d‘immigrazione. E di come, un tassello alla volta, è caduto anche in Italia, negli stessi anni, il mito della Romania del “socialismo liberale” di Ceausescu. Ed ecco lì le premesse per un fenomeno che avrebbe portato all’arrivo di centinaia di migliaia di romeni in Italia, nei decenni successivi. “Ma siamo sulla buona strada per una normale convivenza”.

Da qui fino al discorso, un po’ complicato ma attualissimo, della cittadinanza, è solo un passo. Che è stato fatto dall’On. Flora Frate, sociologa di formazione, che segue da vicino i lavori in merito alla legge sulla cittadinanza, come membro della Commissione Affari Costituzionali. Quando arriverà la legge che permetterà ai ragazzi stranieri che hanno finito un ciclo scolastico, di diventare cittadini? La risposta, o forse la soluzione,,al di là degli studi e delle statistiche, è proprio lì, nel Parlamento. 



Entrando nel vivo della presentazione del volume, abbiamo preso la parola, a turno, noi, i curatori del libro, rispondendo alle domande della collega Daniela Mogavero, attenta lettrice del libro e, da oltre 15 anni, una delle giornaliste che più a fondo ha conosciuto e raccontato la collettività romena in Italia. 

Benedetto Coccia ha parlato dell’identità, come il fil rouge del volume. Chi sono i romeni in Italia, quali sono i loro valori e come riescono a trasmettere la lingua e la loro cultura alle future generazioni? E soprattutto, come si sentono, divisi tra le loro due radici? 




Partendo dalla survey curata da prof. Voicu, emerge così un aspetto rilevato, forse un po’ a sorpresa, dalla nostra ricerca. I romeni che vivono qui, al 46% si sentono cittadini europei. 

Una cittadinanza europea ma anche forti legami con la Romania e un rapporto talvolta burrascoso con la società di accoglienza. Un rapporto di “odi et amo”, di incomprensioni che man mano svaniscono, come sottolineato da Antonio Ricci, nel suo intervento. 

Io ho parlato del diritto di voto, degli ostacoli burocratici e della mancanza di interesse verso la partecipazione dei cittadini europei, non solo delle istituzioni italiane, o da parte dei politici, ma anche dei romeni stessi, la cui scarsa fiducia verso i loro rappresentanti costituisce un freno  perpetuato negli anni, tra i due paesi. Le cause dell’astensionismo, le strategie vincenti ma anche quelle destinate al fallimento sono state accensate, ma nel libro sono più ampiamente analizzate. 

Una profonda considerazione finale da parte di Luca di Sciullo, come conclusione dell’evento. L’incontro delle culture, come simbolo di apertura, parte dalla parola, ma anche dalla condivisione nei piccoli gesti, come la condivisione del cibo a una “mensa” metaforica. 

I confini diventano ponti e fonti di reciproco arricchimento. 

Grazie a tutti i partecipanti e coloro che hanno contribuito con la loro presenza a quest’incontro ponte. 

Un ringraziamento speciale per la sua presenza a prof. Bruno Mazzoni, che porta, attraverso il suo meraviglioso e titanico lavoro di traduzione, il talento degli scrittori romeni nelle librerie e nei cuori degli italiani.


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