Il 23 gennaio si è svolto in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca, in presenza di oltre 250 ospiti, il convegno dedicato ai 30 anni di immigrazione romena in Italia, intitolato "I romeni in Italia tra vecchi stereotipi e nuovi orizzonti", organizzato e promosso dall’Ambasciata di Romania in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche Idos e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Le istituzioni italiane e romene sono state rappresentate, rispettivamente, da Gabriela Dancău, ambasciatrice della Romania in Italia e dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Presenti all'evento anche parlamentari romeni, rappresentanti di ministeri italiani, personalità culturali della comunità, esponenti del mondo associativo romeno, consiglieri romeni eletti in Italia.
Per la seguente galleria foto ringrazio: l’Ambasciata di Romania in Italia, Gabriela Ivan, Cristian Sandu.
Insieme a S. E. Gabriela Dancau, Ambasciatore della Romania in Italia, ai coordinatori Benedetto Coccia (Istituto di Studi Politici San Pio V), Antonio Ricci (Istituto di ricerche IDOS), Dr. Anda Naciu, medico endocrinologo (Università Campus Bio Medico Roma), Loredana Teodorescu (Presidente WIIS Italia) e Andreea Stefanescu, ginnasta, campionessa mondiale ed europea.
Foto @Ambasciata di Romania in Italia
Il cuore del Convegno è stato la presentazione del nostro volume “Radici a metà – 30 anni di immigrazione romena in Italia”.
Nel mio intervento, ho presentato i capitoli di cui mi sono occupata nella ricerca, nei quali vengono esaminati due aspetti importanti della presenza pluridecennale dei romeni in Italia: la dimensione spirituale e la dimensione della partecipazione sociale e politica.
Negli ultimi anni e in maniera sempre più accentuata, l'Italia si è rivelata un terreno fertile per i romeni, che hanno trovato qui uno spazio di ecumenismo e di accoglienza. La Romania, che è stata anche il primo paese ortodosso visitato da un Papa - ricordiamo la visita storica di Papa Giovanni Paolo II nel 1999, è stato anche il paese che ha accolto recentemente con la stessa emozione e gioia la visita di Papa Francesco, nel 2019. I fedeli ortodossi, che costituiscono la maggioranza della comunità romena in Italia, pregano in oltre 450 luoghi di culto, la maggioranza dei quali concessi proprio all'uso dal Vaticano. Così, i fedeli ortodossi trovano accoglienza e spazio per preghiera nelle bellissime chiese cattoliche. Accanto agli ortodossi, ci sono le comunità romene greco cattoliche, oltre 30 in tutt'Italia, e 25 di rito latino e romeni di altre confessioni. Frequenti e abituali sono gli incontri interconfessionali, prova di un'intesa in un'ottica di vera fratellanza.
Il pubblico della Sala della Protomoteca
Foto @Ambasciata di Romania in Italia
Se la dimensione spirituale è ben articolata ed ha costituito, nel tempo, un vero nucleo di sviluppo e unità per la comunità, non lo stesso si può dire della partecipazione attiva alla vita della città.
In effetti, nonostante i romeni siano integrati a livello economico e sociale manca spesso l’integrazione politica. Questo è il secondo aspetto che ho elaborato durante il mio intervento.
Il diritto di voto dei romeni, come cittadini europei, resta in qualche modo sospeso, è un processo che resta condizionato dall’iscrizione alle liste elettorali aggiunte e dai tempi burocratici legati a questo tema, che hanno permesso solo a 130mila iscritti di poter partecipare alle amministrative e a meno di 50mila alle elezioni europee. C’è tanto da fare dal punto di vista della collaborazione con le autorità, ma anche un lavoro di rendere la comunità più consapevole dei propri diritti e occasioni di avere una parola in questo ambito.
Ho ricordato anche l'esempio della Romania, dove, nel parlamento di Bucarest troviamo rappresentanti delle minoranze etniche presenti sul nostro territorio. Tra queste, anche una comunità storica di italiani che conta qualche migliaio di membri, è rappresentata dal proprio deputato. Mi sono auspicata di avere presto anche un esponente romeno nel Parlamento italiano, che rappresenti gli oltre un milioni di cittadini residenti.
In fine, ho citato le ricerche sociologiche importanti presenti nel libro, frutto della collaborazione con esponenti importanti del mondo accademico, come i professori Dumitru Sandu (Università di Bucarest) e Bogdan Voicu (Academia Romana e Università Lucian Blaga di Sibiu). Le ricerche incrociate, insieme ai focus group, hanno evidenziato il pericolo, nella prospettiva a lungo termine, di un'assimilazione della comunità: l'unico legame con le radici romene per le seconde generazioni rimane la lingua.
Paradossalmente, al loro arrivo in Italia, molti dei romeni immaginavano qui una loro permanenza temporanea. Poi, negli anni, abbiamo assistito a una stabilizzazione. Una parte dei primi arrivati sono ancora, dopo tanti anni, con il cuore "diviso" tra due case, due patrie.
Invece di considerarsi una generazione "di sacrificio", i migranti della prima "ondata" di arrivi, ormai diventati cittadini europei, dovrebbero abbracciare questa doppia valenza e la doppia identità dovrebbe essere vista come fonte di ricchezza. Non è mai troppo tardi di prendere coscienza di questa ricchezza e assumersi, a 360°, il proprio statuto, attraverso l'esercizio di diritti, oltre a quello dei doveri.
(Roma, febbraio 2023)
L'Ambasciatore della Romania in Italia, S.E. Gabriela Dancău e il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri
Foto @Ambasciata di Romania in Italia
Tra i presenti, Don Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma e S.E. Anatolie Urecheanu, Ambasciatore della Repubblica di Moldova in Italia
Foto @Ambasciata di Romania in Italia
Insieme a Simina Tulbure, deputata romeno eletta nella circoscrizione Diaspora (Foto @Simina Tulbure)
Insieme a S.E. Gabriela Dancau, a Lavinia Orbulescu, attivista romena in Italia e a due deputati romeni, Lorent Sas e Alin Prunean (Foto @ Lavinia Orbulescu)
Con l’artista Luminita Taranu
Tra il pubblico Italo romeno!
Con i curatori del volume, Antonio Ricci e Benedetto Coccia
Studenti romeni in Italia! Qui con Andrei, studente di Scienze Politiche - La Sapieza
Con Maria Rosaria Chirico, sociologa, ricercatrice e co-autrice del volume
Con Andreea Stefanescu, ginnasta, campionessa mondiale
Con l’amica Donatella Pascucci (Ministero dei Beni Culturali)
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