Ho votato alle elezioni amministrative a Roma perché mi interessano: la sorte della spazzatura, la pulizia delle strade, la lotta al sistema di relazioni alimentate e immutate da anni, il rilancio del turismo, la trasparenza nella comunicazione con le istituzioni, il dialogo e non l’odio, la vita culturale nelle periferie.
Nel mio Municipio vorrei avere un parco grande e verde con un campo sportivo (preferibilmente da basket:), pulito e collegato al resto del quartiere.
Voglio un tram moderno da Termini all'Università Tor Vergata. Voglio che le meraviglie archeologiche che si trovano vicino a noi, "dimenticate" dalle autorità, siano valorizzate in modo da poter attirare i turisti che meritiamo. Voglio più sicurezza nelle zone con vita notturna. Voglio un presidente di Municipio in cui mi possa riconoscere.
Nel mio Municipio, il V, non c'erano candidati romeni sulle liste, anche se qui siamo molti. Sulle liste aggiunte della Sezione 618 in cui noi, cittadini comunitari, siamo registrati, c'erano solo pochi nomi. Peccato.
Al Campidoglio avevo l’imbarazzo della scelta e ho scelto. È stato difficile, perché le due persone, due romeni candidati alla carica di consigliere, che apprezzo di più, hanno fatto molto in questi anni per la comunità e il territorio in cui vivono.
Spero che prima o poi in Campidoglio si parli anche un po’ romeno. Altrimenti non sarebbe rappresentata una comunità di 82.000 persone che vivono nella nostra bella città.
Penso che solo così dimostreremmo di essere cittadini a pieno titolo dell’Urbe che ci ha addottati, solo così possiamo dare anche il nostro contributo affinché Roma si prenda il posto che merita tra le capitali europee.
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